✅ No, la NASpI non spetta in caso di dimissioni volontarie, salvo dimissioni per giusta causa o maternità, tutelando solo chi perde il lavoro involontariamente.
Se do le dimissioni, in linea generale non spetta la NASpI, ovvero l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS, salvo alcune eccezioni specifiche previste dalla legge. La NASpI è infatti destinata principalmente ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro, come nel caso di licenziamento o scadenza di contratti a termine. Tuttavia, se le dimissioni sono volontarie ma motivate da giusta causa (ad esempio, condizioni lavorative insostenibili, mancato pagamento dello stipendio, molestie), il lavoratore può comunque beneficiare della NASpI.
In questo articolo, approfondiremo come funziona la NASpI in caso di dimissioni, quali sono le condizioni necessarie per accedervi, quali sono le eccezioni che permettono di ricevere l’indennità anche in caso di dimissioni volontarie e come presentare la domanda correttamente. Verranno inoltre illustrate le principali motivazioni riconosciute come giusta causa, i documenti richiesti e i termini per fare richiesta, così da chiarire ogni dubbio in merito ai diritti del lavoratore che decide di dimettersi.
Quando la NASpI è riconosciuta dopo le dimissioni
La NASpI non spetta in caso di dimissioni volontarie a meno che queste non siano dovute a una giusta causa. Le principali situazioni che costituiscono giusta causa sono:
- Mancato pagamento dello stipendio per almeno due mensilità;
- Modifiche unilaterali e peggiorative del contratto di lavoro;
- Condizioni di lavoro pericolose o insalubri;
- Mobbing o molestie sul luogo di lavoro;
- Trasferimento ingiustificato o cambio di mansioni che incidano sulla dignità professionale;
- Demansionamento non giustificato.
In presenza di una di queste condizioni, il lavoratore può dimettersi e richiedere la NASpI, ma è fondamentale documentare le motivazioni e, nel caso, aver tentato di risolvere la situazione tramite altre vie (ad esempio, segnalazioni al datore o all’ispettorato del lavoro).
Come presentare la domanda di NASpI dopo le dimissioni
La domanda di NASpI deve essere presentata entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. È necessario compilare la domanda tramite il portale INPS o rivolgersi a un CAF o patronato per assistenza. Alla domanda si dovranno allegare eventuali documenti che comprovano la giusta causa delle dimissioni:
- Lettere o comunicazioni al datore di lavoro;
- Denunce o segnalazioni agli enti competenti;
- Eventuali certificazioni mediche o testimonianze;
- Documentazione che attesti il mancato pagamento degli stipendi.
Importante considerazione sulle dimissioni telematiche
Dal 2016, le dimissioni devono essere presentate in modalità telematica per essere valide, con alcune eccezioni. Nel caso di dimissioni per giusta causa, è fondamentale indicare il motivo esatto e allegare una dichiarazione esplicativa per evitare il rigetto della domanda NASpI. L’INPS effettuerà un controllo approfondito sulla documentazione prima di concedere l’indennità.
Casi in Cui le Dimissioni Danno Diritto alla NASpI
La NASpI, o Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, rappresenta un sostegno fondamentale per chi perde involontariamente il lavoro. Tuttavia, quando si tratta di dimissioni, molti si chiedono se questo diritto venga mantenuto o meno. La risposta è più sfumata di quanto sembri: non tutte le dimissioni escludono la possibilità di percepire la NASpI.
Dimissioni per giusta causa
Una delle eccezioni più importanti riguarda le dimissioni per giusta causa. Queste si verificano quando il lavoratore è costretto a lasciare il posto di lavoro per motivi gravi e comprovati, che rendono impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro. Ecco alcuni esempi concreti di situazioni riconosciute come giusta causa:
- mancato pagamento dello stipendio per più mensilità consecutive;
- modifiche unilaterali e rilevanti delle condizioni di lavoro che peggiorano significativamente le condizioni contrattuali;
- molestie o mobbing sul posto di lavoro, che mettono in pericolo la salute psicofisica del lavoratore;
- trasferimento ingiustificato e lontano dalla sede abituale senza accordo;
- violenza o comportamento offensivo da parte del datore di lavoro o colleghi.
In questi casi, le dimissioni non sono una scelta volontaria, ma una necessità di tutela personale e professionale. Di conseguenza, il lavoratore ha diritto a ricevere la NASpI come se fosse stato licenziato.
Dimissioni per giusta causa in casi di eventi personali gravi
Un’altra categoria riconosciuta dalla normativa è quella delle dimissioni motivate da eventi personali di particolare gravità, ad esempio:
- trasferimento del coniuge o di un familiare stretto in una località distante;
- assistenza a familiari con gravi problemi di salute che richiedono presenza costante;
- cause di salute personali che rendono impossibile continuare a svolgere la propria attività lavorativa.
In queste situazioni, oltre a presentare la documentazione comprovante, è fondamentale il tempismo: le dimissioni devono essere rassegnate entro tempi specifici per poter accedere alla NASpI.
Tabella riepilogativa dei casi di dimissioni con diritto alla NASpI
| Motivo delle Dimissioni | Descrizione | Accesso alla NASpI |
|---|---|---|
| Giusta causa | Mancato pagamento stipendio, mobbing, trasferimenti ingiustificati | Sì |
| Cause familiari gravi | Assistenza a familiari malati, trasferimento del coniuge | Sì, con documentazione |
| Motivi personali di salute | Malattia grave del lavoratore | Sì, con certificati medici |
| Dimissioni volontarie senza giusta causa | Motivi personali non giustificati | No |
Consigli pratici per chi intende dimettersi
- Valutare attentamente i motivi che spingono alla decisione: se si tratta di un problema risolvibile, meglio cercare una soluzione interna o un confronto con il datore;
- Documentare sempre situazioni gravi come ritardi nei pagamenti o condizioni di lavoro insostenibili;
- Consultare un esperto o un sindacato prima di formalizzare le dimissioni, per capire quali diritti spettano;
- Prestare attenzione alle tempistiche per le dimissioni per giusta causa, poiché una tardiva comunicazione può far perdere il diritto alla NASpI.
Ricorda: la NASpI è una tutela preziosa che protegge il lavoratore anche nelle situazioni di dimissioni giustificate. Non esitare a informarti bene e a utilizzare ogni strumento a tua disposizione per far valere i tuoi diritti!
Domande frequenti
Se do le dimissioni, posso ricevere la NASpI?
In genere, le dimissioni volontarie non danno diritto alla NASpI, a meno che non siano giustificate da cause specifiche come il trasferimento del coniuge o molestie sul lavoro.
Quali sono le cause che permettono di ricevere la NASpI dopo dimissioni?
Cause legittime includono trasferimento del coniuge per lavoro, ragioni di salute certificate o altre situazioni particolari previste dalla legge.
Quanto tempo dura la NASpI dopo aver ricevuto l’indennità?
La NASpI dura generalmente da un minimo di 3 mesi fino a un massimo di 24 mesi, a seconda dei contributi versati.
Come si fa domanda per la NASpI dopo le dimissioni?
La domanda va presentata online all’INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, attraverso il portale ufficiale o tramite patronati.
Posso perdere la NASpI se trovo un nuovo lavoro?
Sì, l’indennità si sospende o termina in caso di nuova occupazione, ma è possibile comunicarlo all’INPS per evitare sanzioni.
Quali documenti servono per richiedere la NASpI dopo le dimissioni?
Servono documento d’identità, codice fiscale, ultime buste paga, e la certificazione del datore di lavoro sulla cessazione del rapporto.
| Condizione | Diritti NASpI | Documentazione Necessaria | Durata Indennità |
|---|---|---|---|
| Dimissioni volontarie senza giustificato motivo | No | – | – |
| Dimissioni per causa giustificata (es. trasferimento coniugale) | Sì | Certificazioni mediche o documenti comprovanti il motivo | Dipende dai contributi versati (fino a 24 mesi) |
| Licenziamento | Sì | Lettera di licenziamento, documenti INPS | Dipende dai contributi versati |
Se hai trovato utile questo articolo, lascia un commento con la tua esperienza o domanda. Non dimenticare di visitare altri articoli sul nostro sito per approfondire temi lavorativi e previdenziali.






